Lettera di Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, sulla molto difficile situazione in Ucraina
Kyiv, agosto 21, 2014
Prot. N. 14/370
Alle Conferenze dei Vescovi Cattolici d’Europa
Ai leader politici e religiosi mondiali
A tutta la gente della buona volontà
Negli ultimi nove mesi gli Ucraini stanno facendo un pellegrinaggio dalla paura, ereditata dal passato sovietico, alla libertà e dignità donateci da Dio. Dopo essere stati traumatizzati dalle due guerre mondiali del secolo XX, dal totalitarismo fascista e comunista nonché dal genocidio, ora il nostro popolo sta cercando una società giusta e un futuro democratico Europeo. Nel febbraio scorso il nostro popolo ha superato con pazienza, perseveranza e grande sacrificio umano il regime totalmente corrotto, cleptocratico e brutale di Viktor Yanukovych. La risposta a questo trionfo morale è stata l’annessione territoriale della Crimea da parte della Russia nel marzo scorso. Ora, per mesi, il nostro Paese subisce una destabilizzazione sostenuta dall’estero, varie forme di separatismo e attività terroristiche nelle regioni di Donetsk e Luhansk. In una sola parola – siamo in guerra! Tragicamente, come era manifesto nell’abbattimento criminale del volo 17 della Malasian Airlines, le prove che sta subendo il popolo ucraino colpiscono anche la comunità internazionale.
Tutte le Chiese e le organizzazioni religiose dell'Ucraina hanno sostenuto la stessa posizione insieme contro la violenza del regime di Yanukovych, contro l'annessione della Crimea e contro la divisione del paese. Sulla piazza di Maidan per mesi, ogni giorno, e ogni ora di notte, nella preghiera comune hanno invocato il rispetto dei diritti civili, la non-violenza, l'unità del Paese e il dialogo. Questa armonia civile e cooperazione ecumenica ed inter-religiosa è stata un'importante fonte di ispirazione morale e di coesione sociale in Ucraina.
Alcune Chiese e comunità religiose nella annessa Crimea e nella zona di guerra dell’est del paese sono state fatte bersaglio di discriminazione, avendo dovuto sopportare un’ aperta violenza. Nella Crimea i più esposti sono stati i Tartari musulmani. L’intera comunità dei Tartari è in pericolo quotidiano. Alcuni esponenti della leadership tartara sono stati esiliati ed esclusi dalla propria Patria. La pastorale dei cattolici latini e greco-cattolici, delle parrocchie ortodosse del Patriarcato di Kyiv e delle comunità ebraiche in Crimea è stata variamente minacciata.
In aprile la violenza è stata istigata in Ucraina orientale. Lì, le auto-proclamate repubbliche di Donetsk e di Luhansk, guidate da mercenari sostenuti e finanziati dalla Russia, hanno iniziato delle attività terroristiche. Hanno sequestrato edifici del governo locale, commissariati di polizia e basi militari, ed hanno cominciato a terrorizzare la popolazione civile. Secondo le autorità ucraine, circa 1000 persone, tra loro anche giornalisti e osservatori internazionali di pace, sono stati rapiti o detenuti; decine sono stati torturati o uccisi. L'operazione anti-terrorismo lanciata dal governo ucraino deve affrontare un’ aggressione straniera che sostiene i ribelli locali nonché i delinquenti criminali autoctoni e provenienti dall’estero. La Russia esporta le armi e i mercenari, cercando nel contempo di promuovere l'immagine di una guerra civile e di un conflitto interno in Ucraina. Come risultato, oggi ci sono più di 1000 vittime civili nelle città densamente popolate, con il numero che aumenta di almeno 50 morti al giorno, per non parlare delle 298 vittime del volo 17 MA. Le infrastrutture delle città, tra cui strade e ponti, sottostazioni elettriche, miniere di carbone e impianti industriali sono stati distrutti per paralizzare l'economia e la ricostruzione futura che peserà a carico dello Stato ucraino. Centinaia di migliaia di persone sono state costrette a fuggire dalla guerra portata nel cuore delle città da parte dei cosiddetti separatisti.
Tra gli orrori della guerra, le piccole comunità dei greco-cattolici ucraini e di cattolici latini sperimentano l’oppressione sui territori controllati dai "separatisti". Sono stati rapiti tre sacerdoti cattolici - Pawel Witek, Wiktor Wasowicz (cattolici latini) e Tykhon Kulbaka (greco-cattolico). Questo ultimo è stato tenuto in cattività per 10 giorni e privato della medicina di cui aveva bisogno. La residenza episcopale del vescovo greco-cattolico a Donetsk è stata derubata e sigillata, privandolo della sua cancelleria e di tutta la documentazione. L’automobile del vescovo è stata confiscata, così come mini-van della Caritas. Il cortile della Cattedrale è stato colpito da un lancio di razzi da parte dei "separatisti" che ha danneggiato l'edificio e le finestre con le schegge. Il Vescovo e quasi tutti i sacerdoti greco-cattolici sono stati costretti a lasciare i dintorni di Donetsk. I rappresentanti delle forze armate dei regime separatista sono entrati in chiesa e hanno profanato il santuario. Hanno "permesso" ai sacerdoti di rimanere e condurre i servizi liturgici ma hanno loro imposto restrizioni per lo spostamento e il viaggio. I terroristi ricattano il clero minacciando di far male ai loro parrocchiani.
Più di recente, il 16 agosto il piccolo monastero delle Suore Ancelle di Maria Immacolata a Donetsk è stato sequestrato e violato. Le suore che hanno servito con generosità e umiltà la comunità e che erano in un ritiro estivo o nei campi estivi per i bambini al di fuori di Donetsk ora non possono tornare nella loro casa confiscata dai "separatisti".
I Protestanti sono presi di mira dai gruppi terroristici filo-russi e hanno subito la violenza più grave: i due figli del pastore della comunità evangelica "Metamorfosi" Alexander Pavlenko e due diaconi di quella comunità, Victor Brodarsky e Vladimir Velichko, sono stati portati via durante un servizio di preghiera e in seguito sono stati torturati e uccisi dai terroristi. I loro corpi sono stati riesumati da una fossa comune a Sloviansk.
Purtroppo, gli assediati cattolici ucraini, di rito greco e latino, i fedeli della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Kyiv e i protestanti nella parte orientale dell'Ucraina sono ulteriormente preda dalla retorica della leadership ortodossa russa, che sta diventando sempre più simile alla propaganda delle autorità politiche russe e dei loro media. La Chiesa ortodossa russa chiaramente può influenzare i terroristi che dichiarano come loro identità quella ortodossa russa e la loro lealtà al "mondo russo." Questa ideologia, sviluppata prima dalla Chiesa Russa e poi adottata da parte delle autorità statali russe per giustificare la loro politica di ri-colonizzazione della ex-Unione Sovietica, é diventata uno slogan per l'aggressione terroristica. In effetti, la Chiesa sta promuovendo una ideologia che istiga la incursione militare russa in Ucraina e la persecuzione di altre confessioni, cristiane e non cristiane.
Nei documenti recenti rilasciati a Mosca al più alto livello della Chiesa ortodossa russa, in particolare in una lettera ai Primati delle Chiese ortodosse, i greco-cattolici e gli ortodossi ucraini del Patriarcato di Kyiv, sono diffamati e chiamati irrispettosamente "uniati" e "scismatici". Essi sono ritenuti responsabili per il conflitto militare in Ucraina orientale e sono accusati di istigare alla guerra, in particolare la violenza contro i sacerdoti ortodossi e contro i fedeli subita a seguito delle operazioni militari. I leader ortodossi russi diffondono informazioni diffamatorie sui greco-cattolici e sui rappresentanti di altre confessioni mettendoli in tal modo in ulteriore pericolo nei confronti dei militanti separatisti che sembrano identificarsi come guerrieri dell’Ortodossia russa.
Noi respingiamo con forza queste affermazioni e accuse. L'esercito ucraino non è strutturato come un’ entità confessionale. Pertanto, i cappellani di varie denominazioni servono nella zona di operazione antiterrorismo. I cappellani non sono autorizzati ad interferire nella vita delle comunità religiose locali. Le accuse secondo le quali i cappellani della Chiesa greco-cattolica ucraina abbiano commesso atti di violenza contro i membri di altre Chiese e gruppi religiosi sono false.
La tragedia che l'Ucraina sta vivendo oggi, a causa dell’aggressione militare, è una tragedia per tutti i popoli, i credenti di tutte le religioni e di tutti i gruppi sociali. Edifici, chiese e monasteri di tutti i gruppi etnici e religiosi sono stati danneggiati o distrutti. Il clero di tutte le fedi che presta il suo ministero pastorale nelle regioni di Donetsk e Luhansk e nella Crimea ha sofferto e alcuni di loro hanno rischiato la propria vita. I due sacerdoti ortodossi che sono stati uccisi nella regione sono tra i più di mille civili uccisi durante il conflitto e le loro morti terribili non sono collegate con le loro credenze religiose. Sono state vittime accidentali dei bombardamenti.
Innalziamo le nostre preghiere per tutte le vittime innocenti e per la pace in Ucraina. La nostra Chiesa sta facendo di tutto per portare la pace e alleviare le sofferenze delle persone colpite da questo terribile conflitto.
L'Ucraina ha bisogno del sostegno efficace da parte della comunità cattolica internazionale e cristiana e il sostegno di tutte le persone di buona volontà. In un contesto multimediale pieno di propaganda vi chiediamo di valutare le informazioni in modo critico. Abbiamo bisogno della vostra preghiera, vostro discernimento, vostre buone parole e azioni efficaci. Il silenzio e l'inazione porterà a un'ulteriore tragedia. Il destino del volo MA 17 è un esempio di ciò che potrebbe accadere se l'attività terroristica sia permessa di continuare.
+SVIATOSLAV
Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halych,
Primate della Chiesa greco-cattolica ucraina